La doccia gelata della Merkel su Conte: «Coronabond? Non se ne parla proprio»

23 Apr 2020 11:11 - di Marta Lima

Doccia gelata sul premier italiano Giuseppe Conte, a poche ore dall’inizio del delicato Consiglio europeo chamato a decidere sugli aiuti per il coronavirus. “Non c’è tempo per i Coronabond”. Ad affermarlo, intervenendo al Bundestag prima del vertice europeo, è stata la cancelliera Angela Merkel. Ogni Paese dovrebbe ottenere l’approvazione del Parlamento “e questo sarebbe un processo difficile e che richiederebbe tempo e non aiuterebbe in maniera diretta nella situazione attuale”. “Ora si tratta di aiutare velocemente e servirsi di strumenti rapidi per alleviare le ricadute della crisi”. Via libera, dunque, al Mes? Ma l’Italia che farà? Chinerà il capo? Lo sapremo, forse, in giornata.

La Merkel stoppa anche Trump sull’Oms

Intanto Angela Merkel invia un chiaro messaggio anche a Donald Trump, che ha ripetutamente contestato l’Organizzazione Mondiale della Sanità per la sua gestione dell’emergenza Coronavirus: “Per il governo federale, l’Oms è un partner indispensabile. Li sosteniamo”, ha dichiarato, intervenendo al Bundestag prima del vertice europeo.

Il M5S spaccato su Conte e il Mes

Il presidente del consiglio, Giuseppe Conte dirà sì al Mes? I dubbi non li risolvono neanche i grillini, che prendono tempo. “Ci sarà un dibattito. Leggeremo le carte. Questo lavoro si fa con i documenti alla mano e non con le dichiarazioni. Nell’ultimo documento c’erano scritte delle cose che i vari paesi europei hanno approfondito. Oggi è il giorno di prevedere un altro documento e capire dove si va a parare”. Lo afferma Laura Castelli, viceministro dell’Economia, ospite della trasmissione ‘Circo Massimo’ su Radio Capital.

“Ci auguriamo che il dibattito nel Consiglio Europeo sia un dibattito comune, nella consapevolezza che ci vogliono strumenti comuni che ci vuole la convinzione di affrontare questa crisi tutti insieme”, afferma Castelli.

Il Consiglio Europeo è  in programma oggi pomeriggio, 23 aprile, intorno alle 15. La base da cui si parte è quella messa a punto lo scorso 10 aprile dai ministri delle Finanze dell’area euro che hanno raggiunto un accordo di massima che prevede un pacchetto di tre pilastri, cui ne manca però uno, il quarto, quello che vorrebbe l’Italia: i coronabond.

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