«Politica addio». Fabrizio Moro torna agli anni ’70. Ma per cantare (video)
Meglio la musica stile anni ’70, magari con quale fuga nello stile di Rino Gaetano. È la nuova svolta di Fabrizio Moro, uno dei protagonisti dell’estate musicale con il brano Alessandra sarà sempre più bella, partito in sordina e ora capace di scalare le classifiche di ascolto. Lo avevamo lasciato nel bel mezzo della bufera. Lui, il cantautore romano che la sinistra aveva già etichettato come «suo». esploso con Pensa, dedicato alle vittime della mafia, era tornato sulle pagine dei giornali per quella frase pronunciata alla manifestazione dei Cinquestelle in piazza San Giovanni («Io schifo Giorgio Napolitano, non come politico ma come essere umano») che provocò un mare di polemiche.
L’amarezza di Fabrizio Moro
«Sono amareggiato», commentò in varie interviste. «Ho provato sulla mia pelle cosa vuol dire essere strumentalizzato. A San Giovanni ho parlato di tante cose, Stefano Cucchi compreso, e ho cantato Gastrite in cui ho espresso un parere negativo sul Presidente della Repubblica. In quella piazza c’erano duecentomila persone e tanto amore. Ma quando sono tornato a casa ho acceso la tv e ho visto che Renzi aveva citato una mia frase estrapolandola dal contesto. La bella atmosfera era stata completamente rigirata e strumentalizzata. Da quel momento mi sono allontanato dalla politica e da quel sistema di cose». Via dalla politica, quindi? «Schierarmi fa parte della mia indole e continuerò a farlo. Magari con più diplomazia di prima».
Il nuovo disco e il successo
Nella sua nuova fase musicale Fabrizio Moro si mostra più attento ai sentimenti intimi e privati. Un disco nel quale mette in primo piano la sua anima più profonda con qualche escursione nel socialeì: «Gino avrà saldato il suo conto col bar / Di ogni sbaglio avrà recuperato l’Iva / Io avrò un punto di vista nuovo / E Laura si sarà sposata / Il figlio di Angelo disintossicato / Cherubini diventerà grasso / I semi piantati saranno poi alberi». L’atmosfera è quella tipica delle canzoni di Rino Gaetano. Meglio un salto nel passato di un’altra polemica politica. Napolitano docet.