Fatima, la lettera inedita di Suor Lucia: “Amiamo i comunisti ma fermiamoli, predicano solo violenza”
Moniti contro i comunisti, “figli di Dio come noi, da amare ma anche da fermare“, persecuzioni, guerre e crisi della Chiesa. In un libro in uscita in questi giorni, di cuoi parla su “Libero” Antonio Socci, arrivano nuove rivelazioni sulle profezie di suor Lucia, una delle testimoni delle apparizioni mariane di Fatima, in Portogallo. Il saggio di Saverio Gaeta, “I segreti di suor Lucia. Fatima, la verità mai detta (Piemme, pp. 272, euro 19.90)”, a detta di Socci contiene infatti importanti rivelazioni.
Fatima, le rivelazioni di suor Lucia e il terzo segreto
Le apparizioni di Fatima si verificarono dal 13 maggio al 13 ottobre 1917 ma il messaggio più importante fu quello del 13 luglio 1917, quando la Madonna preannunciò la prossima fine della prima guerra mondiale, la rivoluzione bolscevica in Russia e le guerre e le persecuzioni (contro i cristiani) che avrebbe provocato; infine (se l’umanità non avesse cambiato strada) l’arrivo di un secondo conflitto mondiale peggiore del primo («una guerra atea contro la fede, contro Dio, contro il popolo di Dio. Una guerra che voleva sterminare il giudaismo da dove provenivano Gesù Cristo, la Madonna e gli Apostoli», scrisse suor Lucia quarant’anni fa), ricorda Socci.
Il terzo segreto segreto di Fatima
Giovanni Paolo II, durante l’anno santo del 2000, decise di rendere noto il cosiddetto terzo segreto di Fatima, nel quale suor Lucia descrive la visione del 13 luglio 1917: una città devastata, con tanti cadaveri, e un vecchio Pontefice che la attraversa fino a raggiungere una croce ai piedi della quale viene martirizzato insieme a una gran quantità di ecclesiastici e di fedeli cristiani. “La pubblicazione di questo testo però suscitò nuove domande. Uscirono libri che – in base a vari elementi – ipotizzarono che non tutto il terzo segreto fosse stato rivelato, ma che vi fosse una parte mancante che evidentemente doveva avere contenuti esplosivi. Ora Gaeta ha potuto consultare e analizzare tanti documenti che sono stati raccolti nell’ambito del processo di canonizzazione di suor Lucia e ha trovato delle conferme clamorose”, scrive oggi Libero.
La lettera della religiosa a Paolo VI
E’ su una lettera che suor Lucia scrisse a Paolo VI, dopo un loro mancato colloquio diretto a Fatima che si concentrano le rivelazioni del libro di Gaeta. «La missiva documenta inoppugnabilmente quanto da tempo abbiamo ipotizzato mettendo in fila significativi indizi: il contenuto della terza parte del Segreto di Fatima, reso noto dalla Santa Sede il 26 giugno 2000 (…) è effettivamente ciò che la Madonna del Rosario comunicò alla pastorella durante l’apparizione del 13 luglio 1917 alla Cova da Iria il 22 agosto 1967 al Papa: «Una delle domande che ultimamente mi è stata rivolta è: se tutto il Messaggio è già stato consegnato alla Chiesa? Risposi di sì. Avrei dovuto dire che: quanto ai fatti sì, ma quanto alla prospettiva e agli aspetti particolari invece no. Però non ho dato questa risposta, per non dare adito a ulteriori domande alle quali non sarebbe conveniente rispondere. I punti significativi del Messaggio sono: 1° – La Luce Immensa che era Dio, e fu manifestata il 13 giugno del 1917. Ho detto che è stata mostrata questa Luce, ma non il suo sviluppo. 2° – Le parole della Madonna: “In Portogallo si conserverà sempre il dogma della Fede”, il13 luglio 1917. Ho detto e sono pubblicate queste parole, ma non il loro significato. 3° – “Alla fine, il mio Cuore Immacolato trionferà”. Ho detto e sono pubblicate queste parole, ma non in cosa consiste la loro realizzazione».
“Amiamo i fratelli comunisti ma fermiamoli”
Secondo Gaeta, che ha consultato le carte del Vaticano, «nell’estate del 1977, dopo che il 31 maggio la religiosa aveva scritto a Paolo VI per incoraggiarlo a pubblicare un documento che respingesse con decisione la possibile influenza dei movimenti di estrema sinistra sulla Chiesa, la religiosa scrive: “Dobbiamo amare i nostri fratelli comunisti e marxisti, pregare Dio per loro e augurare loro ogni bene, perché sono come noi, figli di Dio… Ma non possiamo aderire né accettare le loro ideologie, dal momento che hanno come base l’ateismo, l’ingiustizia e la violenza…. Il pluralismo non giustifica, davanti a Dio, l’incredulità, né l’ingiustizia, né la violenza, nemmeno la mancanza di verità con la quale ingannano i popoli, promettendo ciò che poi né danno né fanno. Il ritardo nel pubblicare questo documento dà occasione all’aumento della confusione e dell’incomprensione sulla posizione che dobbiamo assumere. Il silenzio può essere recepito con valore di consenso”».