Apr 14 2024

Terremoto e paura a Napoli, il racconto su Fb dell’ex sindaco Bassolino: mi balla il pavimento sotto i piedi

Domenica mattina di paura a Napoli dopo le scosse di terremoto avvertite distintamente:  stata di magnitudo 3.7 la scossa più intensa registrata nell’ambito dello sciame sismico in corso nei Campi Flegrei. La scossa di magnitudo 3.7 si è verificata alle 9.44 con epicentro a 2 km di profondità a ridosso del vulcano Solfatara, nel comune di Pozzuoli.

Dove è stato avvertito il terremoto a Napoli

Due minuti dopo si è verificata un’altra scossa, di magnitudo 3.1, con epicentro sempre nell’area della Solfatara a 3 km di profondità. Entrambe le scosse sono state avvertite non solo nei comuni flegrei, ma anche nei quartieri della zona occidentale di Napoli come Bagnoli, Fuorigrotta, fino al Vomero e all’Arenella, ma anche Chiaia, Pianura e Soccavo. La scossa è stata avvertita in particolare ai piani alti degli defici. I terremoti sono stati localizzati dalla Sala operativa dell’Osservatorio Vesuviano, sede napoletana dell’Ingv. Alcune scosse sono state registrate anche durante la notte. Al momento non risultano danni a persone o cose.

Napoletani in fuga dai palazzi: in strada odore di zolfo

Lo sciame sismico anche con un movimento ondulatorio è stato registrato questa notte e questa mattina nella zona dei Campi Flegrei, chiaramente avvertite in molti quartieri di Napoli. Intorno all’una della notte, alcune piccole scosse hanno avuto come epicentro lo specchio d’acque di Baia, mentre quelle di domenica mattina, 14 aprile, alle 10 meno un quarto circa, l’area della Solfatara.

Una di queste è stata ondulatoria, di magnitudo 3,7 e piuttosto prolungata tanto che molti residenti delll’area flegrea e del quartiere napoletano di Pianura sono anche scesi in strada. Ne è seguita un’altra di magnitudo 3,1. Gli abitanti hanno avvertito anche chiaramente odore di zolfo. Da mesi l’area dei Campi flegrei è interessata da fenomeni di bradisismo.

Il post di Bassolino: “Ho sentito il pavimento che ballava sotto i piedi”

La scossa è stata raccontata sui Social anche da alcuni personaggi noti. “Mentre leggo i giornali ho sentito, eccome. una scossa di terremoto e il pavimento che ballava sotto i piedi. Speriamo bene e buona domenica”. Lo ha scritto su Facebook l’ex sindaco di Napoli ed ex governatore della Campania, Antonio Bassolino.

 

di: Valter @ 11:32


Apr 13 2024

Fedez imbufalito contro Gramellini: “Di essere l’idolo della sinistra non mi frega un ca…”

Scintille tra Massimo Gramellini e Fedez. L’editorialista del Corriere della Sera in prima pagina nell’edizione caracea di sabato 13 aprile ha vergato un esilarante commento nella rubrica “il Caffè”. Il titolo è tutto un programma: “Mistero della Fedez”. Su quale mistero si interroga Gramellini? Lo spiega nell’incipit: “Nell’ultimo messaggio alla nazione, Fedez mostra la nuova «cover» del suo telefono con la famosa effigie di Berlusconi che fa le corna: «Per l’uomo che non deve chiedere mai. Spero di lanciare una moda». Forse ignora -scrive l’editorialista- che si tratta di una delle immagini più inflazionate del millennio. Mentre i suoi seguaci si interrogano sul significato recondito della scelta (una critica al politico defunto o un’allusione a qualche affaire sentimentale?), mi permetto di buttare lì un’altra ipotesi: e se invece non significasse proprio niente?”

Gramellini: “Mistero della Fedez”

E arriviamo al punto cruciale del mistero, che ha fatto inviperire il rapper. “Il vero mistero di Fedez è come una parte dell’opinione pubblica di sinistra abbia potuto trasformarlo in un campione del progressismo –scrive Gramellini senza andare troppo per il sottile -. Quando è evidente che si tratta di un giuggiolone goliardico, persino simpatico a volte, ma con la profondità di un pavimento di linoleum”. 

Fedez risponde a Gramellini: “Non mi frega un ca… di…”

Fedez non ha gradito e  da Los Angeles, dove si trova per assistere al festival musicale di Coachella, non riesce a trattenere l’impulso di rispondere. E  in alcune stories palesano tutto il suo malcontento con la consueta “signorilità”: “E mentre Gramellini scrive un articolo inutile su di me io me ne sto con il culo all’aria in piscina. Ciao Massimo Gramellini, se vuoi ti porto una calamita da Los Angeles”, scrive il rapper postando delle foto del luogo in cui si trova. E poi arriva al punto che palesemente lo ha più irritato.

“Vorrei essere l’idolo di tua nonna”

“Per la cronaca, a me di essere l’idolo della sinistra non me ne frega un cazzo… Io voglio essere l’idolo di tua nonna. Poi onestamente… Ma manco topo Gigio vorrebbe essere l’idolo della sinistra”, scandisce Fedez. Che non si ferma qui e chiude al vetriolo con un attacco personale: “È appena esplosa una centrale idroelettrica con dei lavoratori che hanno perso la vita e tu giornalista intellettuale di sta ceppa piuttosto di parlare delle morti sul lavoro che aumentano ogni anno parli della cover del cellulare di Fedez… Bah”.

“Cosa dovrebbe essere la sinistra”

Una risposta molto scomposta quella di Fedez a Gramellini, che era entrato nel merito della produzione del rapper: “A inizio carriera i suoi testi erano giochi di parole brillanti («prima eri un problema di cuore, ora sei il cuore del problema»); che facevano di lui un Bergonzoni minore, ma molto promettente. Poi con la maturità si è un po’ perso, disegnando una parabola opposta a quella di Jovanotti; che però legge un libro di spiritualità al giorno. Mentre Fedez, e lo ha ribadito nella rivelatoria intervista a «Belve», sembra veramente interessato solo alla superficie dell’esistenza: lusso e sesso”. Di qui la perplessità e il mistero dell’editorialista: “Chi lo aveva scambiato per il nuovo guru della sinistra non deve avere le idee molto chiare su chi siano i guru e soprattutto su che cosa dovrebbe essere la sinistra”.

di: Antonella Ambrosioni @ 19:31


Apr 13 2024

Roma, bambini sotto i tre anni insultati, spintonati e maltrattati: sospesa una maestra d’asilo nido

È successo ancora, stavolta a Roma, in una struttura in zona Montesacro, che una maestra d’asilo ha trasformato da luogo di cura e di crescita riservato ai più piccoli in un teatro di aggressioni fisiche e umiliazioni: maltrattamenti inferti su esserini indifesi. Una spirale di mortificazioni fisiche e verbali che solo l’intervento e le accurate indagini dei carabinieri della Stazione di Roma Nuovo Salario – condotte anche mediante ausili tecnici, unitamente ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Montesacro – hanno potuto interrompere. Ma il ripetersi di una situazione oltre il limite, non solo legale, ma anche etico e comportamentale, dimostra che pregresso. Richiami al buon senso e alla buona condotta. E sanzioni inflitte, non scalfiscono il cuore di chi dovrebbe per compito e vocazione prendersi cura dei più piccini…

Roma, aggressioni e maltrattamenti a bimbi sotto i 3 anni: sospesa la maestra di un asilo nido

Così, ci risiamo. La cronaca capitolina oggi dà notizia di un ultimo caso di vessazioni agite da una educatrice a danno dei piccoli utenti di un asilo nido. A quanto si apprende, la maestra puniva i bambini del nido dove lavorava con aggressioni verbali e strattonamenti. Per questo la donna è stata sospesa dal servizio per sei mesi, accusata di maltrattamenti, che come anticipato sarebbero avvenuti in un asilo nido, privato ma convenzionato, in zona Nuovo Salario. I Carabinieri hanno notificato un’ordinanza che dispone la misura interdittiva della sospensione dal servizio per 6 mesi alla maestra d’asilo, al termine di una mirata e meticolosa attività d’indagine. Una serie di operazioni condotte anche attraverso ausili tecnici insieme ai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Montesacro.

Contro la donna gravi indizi di colpevolezza: «Punizioni incompatibili con i doveri di cura e vigilanza»

Secondo l’accusa sono stati raccolti “gravi indizi” di colpevolezza a carico dell’educatrice, che avrebbe inflitto a bambini di neppure tre anni «punizioni incompatibili con i doveri di cura e vigilanza». In base ai riscontri d’indagine, infatti, i bimbi non sarebbero stati accuditi, e venivano puniti con aggressioni verbali e fisiche pesanti. Insulti. Spintoni. E, in generale, un comportamento punitivo, quello della educatrice in questione, che a conclusione delle indagini sono costati alla maestra d’asilo la notifica di un’ordinanza che dispone la misura interdittiva. Un provvedimento emesso dal gip del tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Con la speranza che, anche questo caso, possa fungere da deterrente. E chissà, scoraggiare anche chi è ormai insensibile a richiami morali e codici deontologici…

di: Priscilla Del Ninno @ 18:18


Apr 13 2024

Energia, sondaggio della Swg: il 51% degli italiani voterebbe “Sì” a un referendum sul nucleare

Il 51% degli italiani voterebbe a favore della costruzione di centrali a nucleare di nuova generazione se oggi fosse indetto un referendum consultivo, dove i soggetti più favorevoli si registrano tra la popolazione di sesso maschile (62%), tra gli under 34 (58%) e tra i residenti del Nord Ovest del Paese. Quasi sei cittadini su dieci, inoltre, sono a favore dell’implementazione delle nuove tecnologie nucleari in Italia. E il 65% considera un rimpianto che l’Italia potrà avere oggi e in futuro l’aver rinunciato negli anni scorsi allo sviluppo delle tecnologie per l’energia nucleare. Questo il risultato dell’indagine “Nucleare italiano per i cittadini, le imprese e il territorio” realizzata da SWG su un campione rappresentativo di Italiani maggiorenni che offre un’analisi delle percezioni e delle aspettative degli italiani sulla reintroduzione del nucleare.

Il sondaggio verrà presentato nel dettaglio lunedì 15 aprile da Riccardo Grassi, Direttore di Ricerca di SWG, nel contesto dell’edizione tecnico scientifica della Intelligence Week “Il nucleare italiano nella sfida al cambiamento climatico”, promossa da iWeek, joint venture di V&A – Vento & Associati e Dune Tech Companies, presso il Polo didattico del Dipartimento di Scienze del Farmaco dell’Università di Pavia.

L’indagine ha evidenziato, tra l’altro, il bisogno di maggiore informazione sul nucleare: la consapevolezza della complessità del tema porta 3 italiani su 4, in una percentuale che oscilla tra il 74% e il 77% in base alle domande poste, a chiedere di saperne di più e a riaprire un dibattito da non ritenersi chiuso in virtù di referendum svolti in contesti storici e culturali assai diversi dall’attuale. Solo il 34% degli intervistati ha detto di essere infatti a conoscenza dell’evoluzione delle nuove tecnologie per la progettazione di centrali nucleari e della sicurezza connessa ai reattori di nuova generazione, mentre il 31% si ritiene informato su come vengano gestiti i rifiuti radioattivi. In particolare, il 57% del campione ritiene che il dibattito sulle nuove centrali nucleari sia complesso e sarebbe necessario aiutare meglio i cittadini a comprendere quali siano le conseguenze di una scelta a favore o contro le nuove centrali. Scarsa anche la conoscenza delle tecnologie di reattori nucleari attualmente disponibili, evidenziando quanto sia ampio il margine informativo sul quale è necessario lavorare per dare agli italiani la possibilità di una scelta matura e consapevole.

Di contro, sia i grandi reattori di terza e quarta generazione, gli Small Modular Reactors, gli Advanced Modular Reactors che i Micro Modular Reactors sono considerati sicuri e green da oltre il 70% degli italiani, capaci quindi di assicurare la produzione di energia a emissioni zero senza sostanziali rischi per la popolazione, al punto che sono sempre di più coloro che accettano l’ipotesi che le centrali siano collocate vicino alla propria abitazione: ciò è vero in particolare per i reattori di taglia più piccola, come gli SMR e gli MMR. Ampio anche il consenso, variabile tra il 61% e il 65%, verso l’utilizzo del nucleare sia come fonte energetica complementare alle rinnovabili, sia come sostegno alle industrie energivore e alle comunità isolate. Le nuove tecnologie nucleari sono viste poi come un vantaggio in termini ambientali, di sviluppo e di opportunità lavorative da oltre il 70% del campione.

di: Luca Maurelli @ 18:12


Apr 13 2024

Vendetta degli animalisti per l’uccisione degli orsi a Trento. Vandalizzata la vigna di Fugatti

La vendetta degli animalisti è arrivata, vile, pesante. Distrutte un centinaio di viti per un danno, non assicurato, da 60mila euro come rappresaglia nei confronti del presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti e della sua politica sull’abbattimento degli orsi. E’ l’azione messa in atto da un gruppo di attivisti nei confronti dei familiari di Fugatti, proprietari delle piante del vitigno Chardonnay allevate a Guyot, in alcuni terreni agricoli nei pressi di via Mama, a Brentino Belluno (in provincia di Verona) danneggiati nella notte. A firmare l’azione con uno striscione con scritto ‘Ringraziate l’ammazza orsi’, lasciato sul posto, l’Alf (Animal liberation front). Nel vigneto sono intervenuti i carabinieri per un sopralluogo e i rilievi.

La vendetta degli animalisti e la solidarietà a Fugatti

“Rivolgo la mia sentita solidarietà al Presidente Maurizio Fugatti e ai suoi familiari. Esprimo ferma condanna per quanto avvenuto ai loro danni. Auspico che i responsabili siano presto individuati e che queste gravi iniziative vengano adeguatamente sanzionate”, sono le parole del Presidente della Camera dei deputati, Lorenzo Fontana.  Quello di ieri è solo l’ultimo atto intimidatorio nei confronti del presidente Fugatti, a cui nei mesi scorsi è stata anche recapitata una lettera contenente un proiettile. Fino ad ora nessun commento sull’accaduto da parte del presidente della provincia. Il Consiglio provinciale ha da poche settimane approvato il disegno di legge che punta a consentire l’uccisione ogni anni fino a otto esemplari di orso «problematici».

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“Quello che è accaduto a Belluno Brentino, nell’azienda agricola dei fratelli Fugatti, cugini del Presidente Maurizio, è di una gravità inqualificabile. Andare a colpire le vigne dei parenti del presidente come ritorsione nei confronti di una legge approvata per il bene del Trentino come quella di gestione degli orsi offende non solo le persone colpite direttamente dal danneggiamento ma tutta la comunità trentina che non può accettare queste forme di protesta”, è la nota della lista Noi Trentino. “Non è ammissibile che questi metodi e queste rivendicazioni lontane dalla cultura e dalla serietà laboriosa di Trentini e Veneti si affaccino nei nostri territori a causa di qualche sparuto gruppo che si professa strenuo difensore degli animali a prescindere da tutto e da tutti anche dal valore delle persone e in questo caso a scapito della dignità del lavoro e dei frutti della terra. Ci auguriamo che le forze dell’ordine possano al più presto rintracciare i responsabili di questo vile gesto intimidatorio, conclude Eleonora Angeli. “La mia solidarietà e vicinanza al presidente Fugatti e ai suoi famigliari, vittime dell’ennesima indegna intimidazione da parte di chi, nascondendosi vigliaccamente dietro l’anonimato, pensa di intimorire l’azione e il pensiero delle istituzioni democratiche del Paese. Questi sono gesti intollerabili e infami che vanno condannati, certi che gli autori saranno puniti”, è invece la nota del viceministro degli Interni Nicola Molteni.

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di: Luca Maurelli @ 16:42


Apr 13 2024

Doppio raid punitivo contro un tunisino, pestato e rapinato da connazionali perché convertito al cristianesimo: 3 arresti

Tutti contro tutti, l’altra faccia dell’intolleranza e di una immigrazione selvaggia che i buonisti dem rilanciano a ogni occasione utile è anche quanto accaduto a Perugia dove un un tunisino è stato vittima di ben due spedizioni punitive eseguite a suo danno da parte di connazionali violenti e intransigenti che non gli hanno perdonato l’essersi convertito al cristianesimo. Le aggressioni, avvenute in due riprese, risalgono a novembre, ma ora gli agenti della Digos di Perugia e della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Perugia, hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip presso il Tribunale nei confronti di 3 tunisini indagati a vario titolo per minaccia, lesioni personali e rapina, commessi con l’aggravante della discriminazione religiosa.

Perugia, 28enne tunisino regolare minacciato, pestato e rapinato da tre connazionali

I poliziotti di Perugia, insieme ai colleghi della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare nei confronti di tre tunisini accusati di due violente aggressioni nei confronti di un giovane connazionale, accusato di aver intrapreso un percorso di conversione alla religione cattolica. Nel corso di una delle aggressioni, la vittima è stata anche rapinata di una catenina. L’attività d’indagine si è sviluppata a seguito delle denunce sporte dalla vittima, un ventottenne tunisino, regolare sul territorio nazionale, aggredito la sera dello scorso 12 novembre nel quartiere di Ponte San Giovanni a Perugia da alcuni connazionali, colpito alla sprovvista mentre passeggiava con un amico.

Arrestati tre tunisini accusati di due aggressioni a danno del connazionale

Nello specifico i tre uomini, dopo averlo avvicinato e accusato di «frequentare la chiesa dei cristiani», lo avrebbero minacciato e poi picchiato con calci e pugni, strappandogli una catenina prima che la vittima riuscisse a divincolarsi fuggendo. Medicato in ospedale, i medici hanno refertato al ragazzo una prognosi di un mese per la frattura di una vertebra e lesioni varie. Ma non è finita ancora. Appena cinque giorni dopo il pestaggio, il gruppo dei tre è tornato a farsi vivo con altre minacce perché la vittima ritirasse la denuncia e, tanto per essere ulteriormente chiari, smettesse di frequentare «la chiesa dei cattolici».

Alle accuse di minaccia, lesioni e rapina si aggiunge l’aggravante della discriminazione religiosa

Al rifiuto del 28enne tunisino è scattata una nuova aggressione, con tanto di minaccia di morte. Gli approfondimenti svolti dalla Digos di Perugia hanno permesso di ricostruire nel dettaglio i fatti denunciati. Di identificare gli autori delle violenze e della rapina. Ma anche di confermare il movente della discriminazione religiosa. La vittima, già da qualche mese, aveva intrapreso un percorso di conversione al cristianesimo, frequentando una parrocchia cittadina e partecipando ad alcune celebrazioni religiose. Evidenza, quest’ultima, che proprio non andava giù ai suoi connazionali di fede musulmana. I quali, non accettando la conversione, hanno provato a dissuadere il giovane, a indurlo a ripensarci a suon di calci e pugni…

Tunisino pestato da connazionali: disposta la custodia cautelare in carcere per il rischio di reiterazione del reato

Pertanto, il Gip del Tribunale di Perugia, ritenuto alto il rischio di reiterazione del reato, ha disposto per tutti la misura della custodia cautelare in carcere. Contestualmente agli arresti, sono state eseguite perquisizioni personali e domiciliari. Indagini che hanno consentito di rinvenire e sequestrare un telefono cellulare che sarà oggetto di successivi accertamenti. Il personale della Digos e della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione, acquisito il provvedimento, ha rintracciato i 3 uomini. Identificati e fermati, li ha portati nella casa circondariale di Perugia Capanne.

di: Priscilla Del Ninno @ 16:15


Apr 13 2024

Tensione alle stelle, l’Iran assalta una nave legata a Israele, a Hormuz. Blitz con l’elicottero (video)

Sale la tensione tra Iran e Israele in attesa del preannunciato attacco di Teheran contro lo Stato ebraico come rappresaglia per l’incursione israeliana contro il consolato iraniano a Damasco dello scorso 1 aprile. Alta tensione nei pressi dello Stretto di Hormuz. Una nave commerciale con bandiera portoghese è stata abbordata e posta sotto sequestro dopo un assalto tra il Golfo Persico e il Golfo di Oman. Secondo l’Associated Press, che afferma di aver visionato un video dell’accaduto, le modalità e i mezzi impiegati per portarlo a termine sembrano indicare che a compierlo siano state le Guardie rivoluzionarie iraniane. La tv di Stato di Teheran ha poi confermato che le forze della Repubblica islamica hanno preso il controllo della nave «legata a Israele». L’agenzia di stampa Ap riferisce di aver avuto conferma delle responsabilità dell’agguato anche da un funzionario della difesa del Medio oriente, che ha parlato sotto anonimato.

Nave cargo abbordata  sequestrata dai Pasdaran: fonti iraniane confermano

La conferma è arrivata anche dall’agenzia ufficiale Irna: «Una porta-container intitolata Mcs Aries è stata presa dalle forze speciali marittime nel corso di un’operazione condotta con un elicottero nei pressi dello Stretto di Hormuz», scrive. La nave «batte bandiera portoghese – continua l’agenzia – ed è gestita dalla società Zodiac; che appartiene al capitalista sionista Eyal Ofer», e stava «dirigendosi verso le acque territoriali iraniane». A bordo dell’imbarcazione ci sono 25 membri di equipaggio: lo rende noto la società di spedizioni marittime Msc. «Siamo spiacenti di confermare che la Msc Aries, di proprietà di Gortal Shipping Inc, affiliata a Zodiac Maritime, e noleggiata da Msc, è stata abbordata dalle autorità iraniane con un elicottero e ci sono 25 membri dell’equipaggio a bordo», ha precisato la Mediterranean Shipping Company (Msc), con sede a Ginevra. I 25 membri dell’equipaggio  sono di origine asiatica e in prevalenza si tratta di cittadini filippini. Lo riferiscono fonti informate.

Usa: “L’iran rilasci immediatamente nave ed equipaggio”

“Condanniamo fermamente il sequestro da parte dell’Iran della MSC Aries, battente bandiera portoghese e di proprietà britannica, in acque internazionali. L’equipaggio è composto da cittadini indiani, filippini, pakistani, russi ed estoni. Chiediamo all’Iran di rilasciare immediatamente la nave e il suo equipaggio internazionale”. Lo scrive su X la portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, Adrienne Watson.

 

“L’Iran ne pagherà le conseguenze”

L’abbordaggio è avvenuto nel Golfo di Oman, al largo della città portuale emiratina di Fujairah. La città, sulla costa orientale degli Emirati Arabi Uniti, è il porto principale della regione per le navi che imbarcano nuovi carichi di petrolio, ritirano i rifornimenti o sostituiscono l’equipaggio L’elicottero coinvolto era infatti riconducibile a quelli utilizzati dalla Guardia rivoluzionaria paramilitare iraniana, che in passato ha effettuato altri raid navali. L’attacco arriva in un momento di grande tensione. “L’Iran pagherà la conseguenze per la scelta di un’ulteriore escalation della situazione”. E’ l’avvertimento rilanciato dal portavoce delle Forze di difesa israeliane, Daniel Hagari, in un video diffuso dopo che Teheran ha rivendicato il sequestro della nave. “L’Iran finanzia, addestra e arma i gruppi terroristici in Medio Oriente e oltre”, denuncia Hagari.

Israele: “Il regime dell’Ayatollah Khamenei  è un regime criminale che sostiene i crimini di Hamas”

Israele esorta l’Ue e “il mondo libero” a “dichiarare” i Pasdaran gruppo terroristico. “Il corpo dei Guardiani della rivoluzione ha sequestrato una nave mercantile portoghese, appartenente a un membro dell’Ue, sostenendo che è di proprietà israeliana”, scrive su X il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz. “Il regime dell’Ayatollah Khamenei – prosegue Katz – è un regime criminale che sostiene i crimini di Hamas. E ora conducendo un’operazione pirata in violazione del diritto internazionale. Invito l’Unione Europea e il mondo libero a dichiarare immediatamente il corpo delle Guardie della Rivoluzione iraniana come organizzazione terroristica e a sanzionare subito l’Iran”.

Quindi Hagari ricorda che “Israele è in stato di massima allerta” e “abbiamo aumentato la nostra prontezza a proteggere Israele da ulteriori aggressioni iraniane. Siamo anche pronti a rispondere. Le Forze di difesa israeliane sono pronte a tutti gli scenari e prenderanno le misure necessarie – insieme ai nostri alleati – per proteggere il popolo di Israele”.

di: Antonella Ambrosioni @ 15:54


Apr 13 2024

Rolando Rivi, il martire bambino trucidato dai partigiani nel triangolo rosso. FdI: il suo sacrificio esorti alla pacificazione

Aveva appena 14 anni, Rolando Rivi, quando venne rapito. Strappato all’amore della sua famiglia. E poi percosso, seviziato e finito con un colpo di pistola dopo tre giorni di torture. Il suo corpo martoriato venne lasciato in un bosco delle campagne emiliane, con indosso la sola maglia di lana, strappata e insanguinata. La sua unica “colpa”, agli occhi degli aguzzini partigiani in quel periodo dell’aprile del 1945 segnato da troppi odi e divisioni, fu quella di continuare a indossare la tonaca da seminarista…

La commemorazione del Beato Rolando Rivi

Ma lui, anche contro il parere dei suoi cari, non volle abbandonarla neppure dopo la chiusura del collegio dove studiava, decisa proprio per i pericoli e le emergenze che la guerra stava imponendo. E neppure dopo il ritorno nella povera casa dei genitori contadini, a Castellarano. Oggi il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, insieme al capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, in occasione della commemorazione del Beato Rolando Rivi che s’è tenuta a Castellerano nella chiesa di San Valentino, hanno ricordato il martirio di Rolando Rivi. L’eroico sacrificio e il coraggio del “martire bambino” barbaramente trucidato.

Rolando Rivi, il martire bambino trucidato senza pietà

A Piane di Monchio, nel Modenese, sorge una croce: quella croce che invoca la redenzione in nome di una riconciliazione, ma che evoca anche l’orrore scatenatosi nell’aprile 1945 in quelle terre emiliane, quasi a delimitare il suolo consacrato dal sangue di Rolando Rivi. Sul seminarista quattordicenne si avventò una furia cieca che tra furore ideologico anticristiano, mescolato a una violenza senza ritorno, ha lasciato il segno. Per i suoi carnefici che lo hanno giustiziato senza pietà, Rolando non era un ragazzino, ma «un prete in meno». Per altri è stato a lungo comunque una figura ingombrante. Un nome e un storia su cui far calare una coltre di silenzio che si può dire definitivamente dissipata soltanto con il processo canonico, tardivamente introdotto soltanto nel 2006. E poi culminato con la beatificazione di Rolando, celebrata a Modena il 5 ottobre 2013.

Rolando Rivi, Sangiuliano: «Il suo martirio abbia il giusto riconoscimento»

«La vicenda di Rolando Rivi, per evidenti implicazioni politiche, non ha avuto il rilievo che merita. È stato definito il martire bambino e la sua storia deve essere riproposta non per alimentare divisioni, ma per ottenere il giusto riconoscimento – ha esordito Sangiuliano intervenendo alla commemorazione –. È significativo ricordare che la Chiesa cattolica l’abbia proclamato Beato, sottolineandone il martirio, e che una sentenza dello Stato italiano, quella della Corte di Assise di Lucca che nel 1951 condannò i responsabili dell’uccisione. Sentenza poi confermata dalla Corte di Assise di Appello di Firenze. E infine dalla Cassazione, abbia riconosciuto precise responsabilità. Credo che la vicenda umana di Rolando Rivi debba diventare memoria collettiva –ha quindi sottolineato il ministro –. E che ogni anno bisogna celebrarne il ricordo e il suo alto esempio morale».

L’invito di Sangiuliano all’Anpi: «Venga con me nel 2025 sulla sua tomba»

Perché, ha ribadito in conclusione postando un messaggio su X il ministro Sangiuliano, «la vicenda umana di Rolando Rivi deve diventare memoria collettiva e dobbiamo ricordarne il sacrificio e il suo alto esempio morale. Nel 2025, nell’ottantesimo anniversario dell’assassinio, l’Anpi nazionale venga con me sulla tomba del martire».

Foti (Fdi): «Il sacrificio del Beato Rivi invita a una riflessione sulla pacificazione nazionale»

«La commemorazione del martirio del beato Rolando Rivi, seviziato e ucciso nell’aprile del 1945 da un gruppo di partigiani, contribuisce a far riemergere episodi tragici avvenuti sul finire della Seconda guerra mondiale e rimasti nascosti per troppo tempo. Un inquietante silenzio che in molti casi ancora dura fino ai nostri giorni, continua a coprire – arrivando addirittura a negare – una serie di atrocità. Come l’uccisione di dodici religiosi nella sola provincia reggiana tra l’aprile del 1943 e il 1946», ha rimarcato a sua volta il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera dei deputati, Tommaso Foti, in occasione della commemorazione del martirio del seminarista Rolando Rivi che si è svolta oggi a Castellerano (Re) alla presenza del ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

«La violenza da lui subìta è una testimonianza di alto valore civile»

«Nel passato più recente l’atteggiamento di odio della sinistra verso il Beato Rolando Rivi, ha portato al rifiuto della mozione presentata dal centrodestra per l’intitolazione di una rotatoria a Santarcangelo da dedicare alla sua memoria. La violenza subìta da questo seminarista quattordicenne – ucciso per odio ideologico a causa della sua fede e proclamato Beato nel 2013 da Papa Francesco – è una testimonianza di alto valore civile. Il suo sacrificio invita a una riflessione storico-politica e morale su una pacificazione nazionale che Fratelli d’Italia, con la propria azione, non smetterà mai di perseguire», ha emblematicamente concluso Foti.

Romando Rivi: ecco la sua storia

Rolando Rivi, beato della Chiesa cattolica, era nato a San Valentino, frazione di Castellarano, il 7 gennaio del 1931. Il 10 aprile 1945 fu rapito da un gruppo di partigiani comunisti, che costrinsero il ragazzo di 14 anni a seguirli nella boscaglia. Accusandolo di essere una spia dei fascisti, dopo tre giorni di percosse. Umiliazioni. E sevizie, i partigiani lo uccisero a colpi di pistola in un bosco di Piane di Monchio, frazione di Palagano, il 13 aprile del 1945.

La vicenda giudiziaria dei suoi assassini

E ancora. Nel 1951 la Corte di Assise di Lucca condannò i responsabili dell’uccisione, Giuseppe Corghi, che aveva sparato. E Delciso Rioli, comandante della 27ª Brigata Garibaldi “Dolo”, a 22 anni di reclusione. La condanna venne confermata nel 1952 dalla Corte di Assise di Appello di Firenze e diventò definitiva in Cassazione.  I due furono condannati per omicidio – in tutti e tre i gradi di giustizia – a 22 anni di carcere. Ma ne scontarono solo 6 per effetto dell’Amnistia Togliatti.

Il processo canonico

Dopo una serie di guarigioni riconosciute come miracolose, il 7 gennaio 2006 è stata aperta dall’arcidiocesi di Modena la sua causa di canonizzazione. Nel maggio 2012, la competente commissione vaticana dei teologi approvò la validità del suo martirio in odium fidei. Il 28 marzo 2013 Papa Francesco autorizzò la Congregazione delle cause dei santi a promulgare il decreto che ne riconosce il martirio. Poi, il 5 ottobre 2013, la cerimonia di beatificazione fu celebrata nel Palazzetto dello Sport di Modena, davanti a migliaia di persone.

 

di: Priscilla Del Ninno @ 15:22


Apr 13 2024

I gemelli siamesi più vecchi del mondo sono morti a 62 anni negli Usa: una forma rara di gemellaggio

Sono morti all’età di 62 anni, Lori e George Schappell, la più vecchia coppia al mondo di gemelli siamesi. Le cause del decesso dei due, riportano i necrologi pubblicati dalla Leibensperger Funeral Homes di Amburgo, in Pennsylvania, sono sconosciute. Lori e George, che si era dichiarato transgender nel 2007, erano gemelli craniopagi. La coppia condivideva i vasi sanguigni vitali e il 30 per cento del cervello. Si tratta di una delle forme più rare di gemellaggio, che si presenta soltanto nel 2-6% dei casi. In particolare, George che aveva la spina bifida, ha vissuto sulla sedia a rotelle, che la sorella spingeva, ed era diventato un cantante country di successo: lo riporta  Usa Today. Hanno smentito tutti i pronostici degli esperti, secondo i quali non sarebbero vissuti oltre i trent’anni. Erano nati il 18 settembre 1961 – erano anche diventati i primi gemelli dello stesso sesso a identificarsi con genere diverso.

Nessuno aveva scommesso su di loro: gli erano stati pronosticati 30 anni di vita

Fino a 24 anni avevano vissuto in un istituto per disabili mentali, scrive il New York Post. I loro genitori «spaventati e confusi» li avevano lasciati nella struttura. Solo dopo l’intervento della moglie dell’ex governatore della Pennsylvania Richard Thornburgh, Ginny, che dimostrò come i due non soffrivano di «disabilità intellettiva», Lori e George riuscirono a lasciare la clinica. I gemelli Schappell sono apparsi in numerosi documentari televisivi e talk show. Hanno anche recitato in un episodio del 2004 di Nip/Tuck, interpretando i gemelli siamesi Rose e Raven Rosenberg.

 

di: Antonella Ambrosioni @ 14:59


Apr 13 2024

Spettatore ucciso da un pugno al concerto dei Subsonica: fermato il pluripregiudicato Ibrahimi Senad

E’ scattato un fermo per la tragedia di Antonio Morra, 47 anni, operaio, lo spettatore aggredito nella tarda serata di giovedì 11 aprile al termine del concerto dei Subsonica al Nelson Mandela Forum di Firenze e poi morto all’ospedale di Careggi, dove era stato trasportato in codice rosso per gravi lesioni e trauma cranico.

Morto al concerto dei Subsonica, c’è il primo fermo

La Polizia di Stato, coordinata dalla Procura, ha identificato il principale sospettato, Ibrahimi Senad, 48 anni, cittadino italiano nato a Verona e residente a Firenze, con diversi precedenti penali, anche per reati contro il patrimonio. E’ accusato di omicidio preterintenzionale “a seguito di gravi indizi di colpevolezza”, come ha fatto sapere la stessa Procura.

Sarebbe stato lui, forse dopo un banale diverbio, a colpire il 47enne con un pugno alla testa, facendolo cadere rovinosamente a terra e provocandogli il trauma cranico risultato poi fatale. Insieme a Morra al concerto c’era anche la moglie, finita in stato di choc. L’uomo fermato si trova ora nel carcere fiorentino di Sollicciano, a disposizione dell’autorità giudiziaria, in attesa della convalida della misura precautelare.

Il concerto al Nelson Mandela Forum di Firenze

Poco dopo le 23 di giovedì i poliziotti, impegnati nel servizio di ordine pubblico in occasione del concerto, sono intervenuti nel piazzale interno dl Nelson Mandela Forum per la segnalazione di una lite nella quale erano state coinvolte diverse persone anche con armi da taglio, in particolate un coltellino, che è stato rinvenuto sul posto. Il personale sanitario della Croce Rossa Italiana ha poi soccorso, ai piedi della scalinata del cortile della struttura che si affaccia su viale Malta, il 47enne privo di sensi, trasportato urgentemente all’ospedale di Careggi dove poco dopo ne è stato constatato il decesso.

Gli agenti della Squadra Mobile della Questura, informato la Procura che ha subito assunto la direzione delle indagini, hanno effettuato una serie di accertamenti, anche attraverso la visione delle immagini della videosorveglianza del palasport.

Secondo quanto è stato ricostruito dalla Squadra Mobile, il 47enne, che si era recato al concerto con la moglie, si trovava sulle scale esterne dell’edificio quando avrebbe avuto una lite con un gruppetto di persone, tutti operai e facchini addetti al montaggio e allo smontaggio del palco allestito per il concerto, e uno di questi gli avrebbe sferrato il pugno fatale. Tutti e nove gli operai, tra cittadini italiani e stranieri, che lavorano per una ditta esterna sono stati sentiti per l’intera giornata di venerdì 12 aprile in questura dal pubblico ministero Alessandro Piscitelli e dagli investigatori della squadra mobile. Il pm ha disposto anche l’autopsia per accertare le cause esatte del decesso.

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Al termine di quanto ricostruito nel corso dell’attività, gli investigatori – spiega la Questura in un comunicato autorizzato dalla Procura – “hanno ritenuto di aver acquisito una serie di elementi che avrebbero portato a ritenere concretamente che la vittima sia stata colpita dal 48enne, fermato quale presunto autore del gesto, con un potente colpo alla testa sferrato mentre, intorno alle 23.00, era in corso il deflusso degli spettatori dal concerto”.

Antonio Morra, originario di Potenza e da circa 15 anni residente a Pistoia con la famiglia, lavorava come magazziniere in una ditta di smistamento pacchi a Calenzano (Firenze). Lascia la moglie Giuseppina Scuotti e tre figli: due maschi di 16 e 6 anni e una femmina di 9 anni. Gli amici lo ricordano come grande tifoso del Napoli calcio, amante della musica e molto credente.

I Subsonica sui social hanno espresso la loro vicinanza allo spettatore deceduto poco dopo aver appreso della tragedia che si era consumata al termine del loro concerto: “Siamo costernati per quanto avvenuto ieri notte all’uscita del palazzetto e profondamente addolorati. Siamo vicini ai familiari delle persone coinvolte in questo momento difficile”.

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di: Luca Maurelli @ 14:38


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